LIBRO D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA
nuova serie corrente
La
nuova serie corrente del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, detto familiarmente LIBRO BLU, è oggi l’unico
Libro d’Oro periodico riconosciuto dallo stato, infatti certificato dal Ministero Italiano per i Beni e Attività
Culturali (MIBAC).
La
pubblicazione con continuità ha garantito dal 1910 i dati anagrafici e i titoli nobiliari di spettanza della nobiltà
italiana, fino al 1946 secondo i criteri della Regia Consulta Araldica del Regno d’Italia, e oggi secondo le leggi, i
decreti, e le sentenze dell’attuale ordinamento giuridico.
L’opera è pubblicata tradizionalmente a Roma sotto l'egida del Collegio Araldico Romano - Istituto Araldico Romano
dalla casa editrice individuale Ettore Gallelli-editore, di proprietà del Presidente dell'associazione.
La
prima edizione di questa pubblicazione apparve a Roma nel 1910 a cura del Collegio Araldico Romano, per impulso dell'allora
segretario Carlo Augusto Bertini, con successive edizioni ogni due o tre anni fino agli anni trenta, quando per la verità la
Presidenza del Consiglio dei Ministri emise un decreto di inibizione all'uso del nome Libro d'Oro, in quanto era lo stesso di quello del
registro ufficiale, nobiliare, dello Stato, custodito attualmente presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma (Eur), e ciò
rischiava di ingenerare confusione nei lettori.
Le
edizioni del 1933-36 (stampata nel 1935) e del 1937-39 (stampata nel 1939) vennero infatti intitolate Libro della nobiltà italiana
togliendo quindi "d'Oro" dal titolo.
Dopo
la sospensione delle pubblicazioni per le note vicende belliche, tra il 1939 e il 1949 l'opera riprese tuttavia ad essere pubblicata
dalla famiglia Bertini Frassoni, sempre con periodicità irregolare, e con lo stesso nome del documento ufficiale, quindi (in
VIOLAZIONE del Decreto inibitorio tutt'oggi vigente e perpetuo),
in quanto il LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA, custodito presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma (via degli Archivi n. 27) è
tutt'oggi un registro anagrafico, nobiliare, ufficiale, di esclusiva pertinenza statale, di pertinenza dell’ufficio araldico della
Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana.
Al
fine di sanare questa posizione, nel 2014 Ettore Gallelli -editore vedute le vicende legali che colpirono la famiglia Bertini Frassoni,
e su insistenza di membri del Collegio Araldico, regolarizzò il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (periodico),
aggiungendo la dicitura Nuova serie corrente Ettore Gallelli editore, e registrandola
presso l'Ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941), dipendente dal
Ministero per i Beni e Attività Culturali (MIBAC) acquisendo quindi tutti i diritti editoriali in esclusiva.
La
nuova serie del Libro d’Oro è quindi oggi il solo periodico, araldico, genealogico, anagrafico, nobiliare, in sintonia
con le leggi dello stato italiano in materia nobiliare, ai sensi delle disposizioni vigenti in materia.
Come
le passate edizioni, anche la nuova serie è stampata rigorosamente a Roma, ed è composta infatti da due mini tomi
color blu scuro, lettere (A-L) e (M-Z); per complessive 4811 pagine, con la stessa veste grafica interna ed esterna delle precedenti
edizioni.
In
merito al censimento nobiliare, la nuova serie corrente del Libro d'Oro, applica un criterio maggiormente restrittivo, basato infatti
fedelmente sulle norme, principi, leggi, e regolamenti del Regno d'Italia, e sulle leggi e sentenze dell’attuale ordinamento
repubblicano, nonché le famiglie italiane riconosciute dalla Santa Sede.
A
partire quindi
dalla
XXV edizione 2015-2019 il Libro d’Oro vengono
pubblicate nell’opera solo le famiglie
Italiane in possesso di un ufficiale, riconoscimento, nobiliare, ufficiale,
da parte di uno stato sovrano.
L'inserimento
delle famiglie all'interno della
pubblicazione,
avviene però solo dopo opportuno esame e approvazione del Comitato di Presidenza del Collegio Araldico Romano, il cui compio è
quello di
accertare d'ufficio, e non su richiesta degli interessati, che le famiglie siano in possesso dei seguenti requisiti.
Il
Libro d’Oro riconosciuto
dallo stato si
divide quindi in 6
(sei)
parti:
PARTE -I
-Famiglie Nobili riconosciute dal Regno d’Italia.
Parte -II
-Famiglie che ricevettero un provvedimento nobiliare da S.M. Umberto II di Savoia dopo il 1948).
Parte -III
-Famiglie Italiane la cui nobiltà sia stata riconosciuta dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di S. Giorgio avente la Fons Honorum della monarchia spagnola.
Parte IV
-Famiglie nobili Pontificie.
Parte -V
-Famiglie riconosciute da potenza straniera
Parte -VI
-Famiglie nobili riconosciute nei loro diritti dalla Repubblica Italiana.
Parte -VII
-Tavole a colori
In applicazione al degli art. 97-98 della Costituzione della Repubblica Italiana, nel Libro d’Oro non sono elencate famiglie “certificate” da associazioni private, i cui atti e provvedimenti sono privi di qualsiasi ufficialità, poiché appunto di natura privata, non essendo infatti enti facenti parte della pubblica amministrazione, motivo per il quale è stata soppressa anche la seconda parte che elencava le famiglie notabili prive di un formale riconoscimento statale.
A livello tipografico, la nuova serie si presenta qualitativamente migliorata, infatti è stata stampata con caratteri di scrittura in corpo 14 che ha però inevitabilmente comportato l'aumento del numero di pagine, (contro il piccolo corpo 10 della vecchia serie), che di fatto rendevano la pubblicazione scarsamente leggibile.
Un miglioramento lo si è avuto anche sulla qualità della stessa carta, che nella nuova serie è di grammi 80 aralda (contro i 60 grammi della vecchia serie).
Anche la copertina della nuova serie è di qualità superiore, con un peso infatti di 180 grammi (contro i 120 grammi della vecchia serie).
Anche a livello di fonte nobiliare statistica, il Libro d’Oro-nuova serie è più completo, dato che sono censite circa 8.000 casate (trascritte dalle fonti, nobiliari, ufficiali dello stato), rispetto alle circa 3852 famiglie della vecchia serie.
DOCUMENTI
SULLA PROPRIETA' ESCLUSIVA
DEL
MARCHIO “LIBRO D'ORO” E VARIANTI
1-Atto
di decadenza legale sui diritti alla testata Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, da parte di Roberto Colonnello Bertini
Frassoni, e del Collegio Araldico Romano, a seguito di contumacia in tribunale, dichiarata in data 26 settembre 2013
2-
Licenza di uso Esclusivo da parte del marchio Ettore Gallelli-editore, sulla testata LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA
-nuova serie corrente- Ettore Gallelli-editore, (deposita in marzo
2014) presso l'ufficio pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941)
3-Licenza
di uso Esclusivo da parte del marchio Ettore Gallelli-editore (luglio 2014) attraverso secondo deposito presso l'ufficio pubblico generale
delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore (art. 103 L. 633/1941)
4-Licenza
di Uso Esclusivo del marchio Ettore Gallelli-editore, sulla veste
grafica e tipografica del LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA -nuova serie corrente- Ettore
Gallelli-editore, attraverso deposito della veste grafica e
tipografica, distintiva della copertina, presso l'apposito ufficio
editoriale OPERE e DISEGNI.
5-Domanda di registrazione presso l'ufficio Italiano marchi e brevetti
6-LICENZA ALL'USO ESCLUSIVO DELLA PRIMA VARIANTE DI COPERTINA DEL LIBRO D'ORO
DELLA NOBILTA' ITALIANA -nuova serie corrente- Ettore Gallelli-editore, attraverso deposito della veste grafica e tipografica, distintiva della copertina, presso l'apposito ufficio
editoriale OPERE e DISEGNI
7-LICENZA
ALL'USO ESCLUSIVO DELLA SECONDA VARIANTE DI COPERTINA DEL LIBRO D'ORO DELLA NOBILTA' ITALIANA -nuova serie corrente- Ettore
Gallelli-editore, attraverso deposito della veste grafica e tipografica, distintiva della copertina, presso l'apposito ufficio
editoriale OPERE e DISEGNI
CARATTERISTICHE
DEL
LIBRO
D’ORO DELLA NOBILTA’ ITALIANA
ORIGINALE
RICONOSCIUTO DALLO STATO ITALIANO
1)-La
serie originale del
Libro d’Oro periodico, reca
sul retro delle copertine l’apposito bollino di originalità -Ministero Italiano Beni e Attività Culturali (MIBAC).
2)-La
serie originale del
Libro d’Oro periodico riporta
al suo
interno la registrazione del Ministero Italiano Beni e Attività Culturali (MIBAC).
3)-La
serie originale del
Libro d’Oro periodico è
unicamente diretta e amministrata dal Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano.
4)-La
serie originale del
Libro d’Oro periodico è
sempre stampata a Roma, come si legge nell’ultima pagina.
5)-La
serie originale del
Libro d’Oro periodico è
depositata d’ufficio alla Presidenza
della Repubblica Italiana, e all’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
STUDIO
STATISTICO-
NOBILIARE
RICAVATO
DAL
LIBRO
D’ORO DELLA
NOBILTA’ ITALIANA
Attingendo
allo studio pubblicato in luglio 2016 da Gallelli-editore, dal titolo STATISTICA NOBILIARE (opera registrata presso l'ufficio pubblico
generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore -art. 103 L. 633/1941), studio svolto sulla XXV edizione (2015-1019)
del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie, si evince che fin dalla prima edizione del 1910 il Libro d’Oro
rappresenta in Italia una delle prime guide statistiche, genealogico-nobiliari di sempre, pur essendo le vecchie edizioni
deficitarie a livello di censimento nobiliare.
Con
l’unità nazionale, e veduta la pluralità di stati preunitari e quindi dei rispettivi ordinamenti nobiliari, tutti
diversi tra loro, sorse la necessità di istituire un organo ufficiale consultivo, che regolamentasse la materia nobiliare.
L’art
79 dello Statuto Albertino (statuto del Regno), venne promulgato il 4.3.1848 ed esteso, dopo l’Unità nazionale, a tutti i
territori del Regno d’Italia), mentre con R.D. del 10 ottobre 1869 n. 5318 veniva istituita la Regia Consulta Araldica “ per
dar parere al Governo in materia di titoli gentilizi, stemmi ed altre pubbliche onoreficenze”, e tenere un registro dei titoli
gentilizi.
Con
il R.D. 8 maggio 1870 furono poi stabilite le basi del diritto nobiliare del Regno d’Italia con molte disposizioni, tra le
quali l’elenco dei titoli suscettibili di concessione o riconoscimento; i provvedimenti di competenza sovrana (concessione,
conferma, autorizzazione, rinnovazione, riconoscimento); le modalità del riconoscimento per giustizia su domanda dell’interessato;
la facoltà (della Regia Consulta Araldica) di iscrivere d’ufficio i discendenti di famiglie notoriamente nobili e
di quelle già iscritte negli antichi Libri d’Oro delle repubbliche di Genova e Venezia.
In
Italia col termine Libro d’Oro si identifica una tipologia di
elenchi diffusi in diversi stati, nei quali erano annotate le
famiglie nobili.
Esistevano
infatti elenchi nobiliari in numerose città e stati
dell’Italia preunitaria chiamati: Libro d’Oro, come ad
esempio:
-Libro della Cittadinanza Nobile o del Patriziato.
-Libro della Patrizia Nobiltà.
-Libro della Cittadinanza Nobile o del Patriziato.
-Libro della Nobiltà.
-Libro d’Oro del napoletano
-Libro d’Oro Capitolino del 1726 (oggi custodito presso il Collegio Romano).
-Libro d’Oro di Venezia dal 1506.
-Liber
Nobilitatis (a
Genova dal 1528 detto Libro d’Oro).
-Libro d’Oro di Modena (dal 1746).
-Libro d’Oro di Lucca (istituito nel 1628).
A fronte di ciò i RR.DD. del 11.12.1887 e del 5.1.1888
modificarono l’ordinamento della Regia Consulta araldica e disposero (art. 11) la compilazione di registri nei quali dovevano
essere trascritte le nuove concessioni, i riconoscimenti ed i vecchi minutari esistenti presso la Consulta Araldica stessa.
Le
COMMISSIONI ARALDICHE REGIONALI furono istituite con R.D. 15 giugno 1889 (rese permanenti nel 1891) con il compito di compilare gli
elenchi regionali delle famiglie nobili ed esaminare preliminarmente le pratiche nobiliari della regione storica di competenza.
Il
REGISTRO DEI TITOLI GENTILIZI fu istituito nel 1889 ne quale vennero annotate le famiglie che avevano ottenuto decreti di concessione o
riconoscimento di titoli nobiliari nel Regno d’Italia dopo l’Unità e furono progressivamente compilati 14 elenchi
regionali nei quali furono iscritte le famiglie già registrate negli elenchi ufficiali degli stati preunitari.
Il
R.D. 2.7.1896 n. 313 approvò il nuovo ordinamento della Consulta Araldica cui seguì il regolamento d’esecuzione
(R.D. 5 luglio 1896 n. 314) che prevedeva, all’art. 68, l’istituzione del Libro d’Oro della Nobiltà
Italiana, registro manoscritto nel quale dovevano essere annotate le famiglie che avevano ottenuto la concessione, rinnovazione o
riconoscimento di titoli nobiliari; agli art. 77-82 era prevista la costituzione dell’Ufficio araldico presso il Ministero
dell’Interno, con funzione di segreteria della Regia Consulta.
Erano
iscritti nel Libro d’Oro tutti coloro che ottennero un titolo nobiliare con provvedimento sovrano di grazia e coloro che ebbero un
riconoscimento dei propri diritti nobiliari con un provvedimento governativo di giustizia; tutte le famiglie iscritte nel Libro d’Oro
erano comprese anche negli elenchi regionali e, per distinguerle,
il cognome era preceduto da un asterisco.
Oltre
al registro manoscritto detto Libro d’Oro della Nobiltà
Italiana era previsto che fossero tenuti dall’Ufficio Araldico
sotto la direzione del Commissario del Re i seguenti altri volumi
manoscritti: “Libro Araldico dei titolati esteri”, “Libro
araldico della cittadinanza” (per le famiglie di distinta
civiltà titolari di uno stemma), “Libro araldico degli
Enti Morali”, “Elenco Ufficiale della Nobiltà
Italiana”.
Si
consideri che il Consiglio di Stato con decisione dell’11
dicembre 1925 stabilì che il provvedimento di iscrizione al
Libro d’Oro era un atto amministrativo, che seguiva alle
dichiarazioni delle autorità competenti.
L’iscrizione
al Libro d’Oro costituiva inoltre un atto fiscale e statistico,
dato che infatti il R.D. 22.9.1932 n. 1464 obbligava al pagamento
delle tasse previste per il titolo e per ogni annotazione di nascita,
matrimonio e morte.
In
merito al
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana edito dal Collegio
Araldico-Roma, Carmelo Arnone nel suo volume Diritto
nobiliare Italiano storia ed ordinamento scriveva:
[…]
Il
Libro d’oro è una compilazione inedita, fatta dalla
pubblica amministrazione nella quale si iscrivono le famiglie
italiane che ottengono la concessione, la rinnovazione,
l’autorizzazione o il riconoscimento di titoli e attributi
nobiliari […].
ed
aggiungeva in nota:
I
così detti Libri d’oro che sono in vendita sono
compilazioni di privati, che non hanno valore legale. Pregevole è
però per la copia e la esattezza delle notizie il Libro d’Oro
della Nobiltà Italiana pubblicato periodicamente fin dal 1910
per cura del Collegio Araldico Romano”.
Gian
Carlo Jocteau scriveva nel 1997:
[all’inizio
del Novecento] prese
corpo un’iniziativa destinata a sopravvivere sino ai giorni nostri: si trattava del Libro d’oro della nobiltà
italiana, che con una nuova ambizione di respiro nazionale comparve per la prima volta nel 1910 (fino ad oggi ne sono comparse 20
edizioni ed è in preparazione la ventunesima), raccogliendo con sistematicità e con obiettivi di progressiva completezza
cenni storici e genealogici delle famiglie nobili italiane e notizie sui loro membri viventi […]
Giovanna
Arcangeli, all’epoca, responsabile del servizio araldico dell’Archivio Centrale dello Stato, descriveva con precisione
il Libro d’oro istituito con il Regio Decreto 314/1896:
Nell’aprire
i grandi volumi del Libro d’oro della nobiltà italiana si è attratti dalla solennità delle dimensioni (45×60
cm formato detto in folio), dalle robuste parti metalliche poste a sostegno e protezione dei punti potenzialmente più deboli
della pregevole rilegatura di marocchino; si è colti dal seducente splendore dello stemma stampigliato sul piatto superiore
della legatura. Aprendo poi il volume ci si perde nel labirinto armonioso e complesso dei nominativi delle singole famiglie-vergati
in inchiostro dorato
[…]
La
serie archivistica si compone nella sua completezza di trenta volumi, ciascuno mediamente contiene 199 bifogli. Tutta la serie ha la
medesima altezza e tipo di legatura, esternamente ciascun volume è contraddistinto da cifre romane incise in oro […]
La
numerazione ricorre in tutte le pagine doppie con l’indicazione del numero del volume. Rigore e gravità cancelleresche sono
affidate al calligrafo che con estrema ed accurata perizia annotò a grandi lettere, ricorrendo a una singolare sintesi paleografica, il
nome della famiglia e i luoghi di origine e residenza […]”.
Per
avere un esempio del contenuto di questa serie archivistica manoscritta, si può confrontare il libro Alle
radici dell’identità nazionale Prosopografie storiche italiane Libro d’oro della nobiltà italiana (I-II)
pubblicato nel 2009 dove
sono stampati in
fac-simile i
primi due volumi.
Pubblicazioni
del Regno d’Italia
Come
detto sopra, le commissioni araldiche regionali compilarono i primi Elenchi Ufficiali della nobiltà Italiana del Regno d’Italia,
sia su istanza delle famiglie, sia d’ufficio basandosi sui documenti degli archivi di stato, in forma provvisoria poi in forma
definitiva.
Vennero
editi quattordici Elenchi Regionali, tra il 1895 ed il 1912, approvati, ciascuno, con Decreto Reale (alcuni dei quali ripubblicati
in edizione anastatica dalla casa editrice Forni nel 1988 e da 3T di Gianni Trois e figli di Cagliari nel 1972).
In
seguito gli elenchi regionali aggiornati furono fusi in un unico volume e fu pubblicato (Torino: Bocca, 1922) l’Elenco ufficiale
della nobiltà italiana, approvato con R.D. 3.7.1921 n.972 e ripubblicato in ristampa anastatica dall’editore Arnaldo Forni
a Bologna nel 1970 e nel 1997, nonché con la serie aggiornata edita da Gallelli-editore nel 2012.
Nel
1933 il Poligrafico dello Stato editò l’Elenco
ufficiale della nobiltà italiana
approvato con R.D. 7.9.1933 n. 1990.
In
questa volume le famiglie iscritte nel Libro d’Oro della Consulta Araldica erano contrassegnate con un asterisco; le altre
famiglie presenti (senza asterisco), in forza dell’art. 2 dell’ultimo decreto citato, dovevano chiedere l’iscrizione
nel Libro d’Oro nel termine di tre anni (poi prorogato di altri due), presentando la documentazione e pagando le tasse previste.
In
seguito fu approvato con R.D. 1.2.1937 e pubblicato l’ Elenco
ufficiale della nobiltà italiana. Supplemento per gli anni 1934-1936 (Roma, 1937); anche in questo volume solo le famiglie iscritte al Libro
d’Oro
erano contrassegnate da un asterisco mentre le altre famiglie nobili erano senza asterisco. Il 7.6.1943 fu emanato un nuovo ordinamento
dello stato nobiliare italiano ed un nuovo regolamento della Consulta Araldica che prevedevano l’obbligo per tutte le famiglie nobili
di iscriversi nel Libro d’Oro.
Successivamente
per
le note
vicende
belliche
ed
istituzionali non furono pubblicati altre
edizioni,
e dopo il 25 luglio 1943 la Consulta araldica cessò di
funzionare; scriveva Aldo Pezzana:
[…]
Elenchi
ufficiali non ne vennero più pubblicati sicché la
possibilità di effettuare l’iscrizione [nel
Libro d’oro]
venne meno: la distinzione delle famiglie con o senza asterisco
permane peraltro nelle pubblicazioni private in materia
nobiliare[…]”.
Statistica
riportata
dagli
Elenchi Ufficiali della Nobiltà Italiana e dal
Libro d’Oro della
Nobiltà Italiana
della
Regia Consulta Araldica
Benchè
da uno studio condotto da Gallelli-editore sugli
Elenchi Ufficiali della Nobiltà Italiana (registri
aggiornati
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia,
quindi documenti
ufficiali
dello stato), il
numero delle famiglie nobili risulti essere di circa
12.000,
al
contrario fin
dalla
prima edizione del
1910 alla XXIV edizione 2010-2014 del
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, sono state invece
censite
solo
5000 famiglie nobili, escludendone quindi circa 7000.
Cinquemila
famiglie nobili delle quali circa un terzo di nobiltà
semplice, priva cioè di titoli al di sopra di quello di nobile
e due terzi dotate di titoli nobiliari superiori: questi sono, in
ordine gerarchico decrescente, senza che ciò però
implichi una correlazione tra importanza del titolo nobiliare e
importanza del casato.
Quindi
nelle edizioni del Libro d’Oro edite dal 1910 al 2014 solo
state pubblicate solo meno della metà delle famiglie
riconosciute dal Regno d’Italia, e pubblicate sugli Elenchi
Ufficiali.
Inoltre
a partire dalla prima edizione del 1910 a quella del 2010, le casate
sono state citate con il rimando, quando da due edizioni del Libro
d’Oro (quindi da 8 – 10 anni) non abbiano più
fatto avere notizie alla redazione.
Il
70% delle famiglie pubblicate sono state sviluppate con gli stati
personali nelle precedenti edizioni del Libro d’Oro, dal 1910,
essendo quindi circa 2700 famiglie.
Un
8% possiamo considerare essere le famiglie che non sono mai state
analizzate nei loro stati personali nelle precedenti edizioni; sono
citate nei richiami perché presenti negli elenchi ufficiali
del Regno d’Italia: sarebbero quindi circa 300.
Sulla
base dei dati forniti dall’Unione della Nobiltà d’Italia
il 22% pari a 850 famiglie si sono estinte.
Sommando
le quasi 2000 famiglie della XXIV edizione, trascrivendo lo stato
personale alle 3850 famiglie delle passate edizioni e aggiungiamo
ancora le 300 famiglie di cui il Libro d’Oro non si è
mai interessato, arriviamo ad avere ipoteticamente 6200 famiglie
pubblicate fino all’edizione XXIV.
Poichè
in base al censimento ISTAT del 2011 relativo alla popolazione italiana, ove la media di componenti per nucleo familiare era di 3
persone, nel Libro d’Oro dalla prima edizione alla XXIV edizione, sono non sono stati riportati i casati in modo generale,
cioè il ceppo composto di diverse famiglie.
Si devono quindi moltiplicare i 6200 nuclei familiari almeno per 6
arrivando così a contare circa 37.200 famiglie edite nella XXIV edizione del Libro d’Oro, adottando quindi il coefficiente
di calcolo di 4 persone per famiglia.
Dal
1910 al 2014 le famiglie presenti nel Libro d’Oro sono poi riportate con tre segni che ne contraddistinguono l’origine
della nobiltà:
°
con un cerchietto sono contraddistinte le famiglie che hanno avuto un provvedimento di grazia di S.M il Re Umberto II, non trascritto
presso la Consulta Araldica, od un atto sovrano dei Sommi Pontefici (successivo al 1870) o della Repubblica di S. Marino (successivo al
1861), per i quali non sia intervenuta prima del 1946 l’autorizzazione all’uso in Italia, od un provvedimento
di giustizia del Corpo della Nobiltà Italiana, o la cui nobiltà sia stata riconosciuta dal Sovrano Militare Ordine di
Malta per la ricezione con prove nelle categorie di cavalieri che richiedono prove nobiliari;
*
con un asterisco le famiglie che avendo ottenuto dal Regno d’Italia,
fra il 1861 ed il 1946, un provvedimento di giustizia o di grazia,
erano registrate nel “Libro d’Oro” della Consulta
Araldica del Regno, ora depositato presso l’Archivio Centrale
dello Stato
senza
alcun contrassegno, le famiglie le quali, pur non avendo avuto a
loro favore alcun atto formale fra il 1861 ed il 1946, erano
inserite negli Elenchi Ufficiali Nobiliari del 1921 e dei 1933 e nel
supplemento 1934-36.
Analizziamo
quindi come le 1997 famiglie si distribuiscano in funzione dei segni
che ne contraddistinguono l’origine della nobiltà si
ottiene il seguente grafico:Numericamente 1378 sono le famiglie con
l’asterisco (69%), 355 quelle senza contrassegno (18%) e 264
quelle con il cerchietto (13%).Approfondendo questo argomento, le
famiglie senza contrassegno sono così suddivise. Questo tipo
di distribuzione (senza contrassegno, cerchietto, asterisco) può
portare a delle considerazioni sulle singole categoria di nobiltà.
Vediamo i 474 Nobili. Le famiglie senza nessun contrassegno sono 103
(22%), quelli con il cerchietto 123 (26%) e quelli con asterisco 249
(52%).I 119 Patrizi sono 42 senza nulla (35%), 8 con il cerchietto
(7%) e 69 con l’asterisco (58%).I 208 Baroni sono 25 senza
nulla (12%), 37 con il cerchietto (18%) e 146 con l’asterisco
(70%).I 664 Conti sono 111 senza nulla (17%), 68 con il cerchietto
(10%) e 485 con l’asterisco (73%).I 351 Marchesi sono 42 senza
nulla (12%), 19 con il cerchietto (5%) e 290 con l’asterisco
(83%).I 72 Duchi sono 15 senza nulla (21%), 6 con il cerchietto (8%)
e 290 con l’asterisco (51%).Infine i 108 Principi sono 17
senza nulla (16%), 3 con il cerchietto (3%) e 88 con l’asterisco
(81%).
A
partire invece
dalla
XXV edizione 2015-2019 del Libro d’Oro-nuova serie curato da
Gallelli- editore per il Collegio Araldico Romano -Istituto Araldico
Romano, sono
state censite complessivamente
circa 12.000
casate (contro
le 5000 delle edizioni precedenti), quindi includendo finalmente le
7.000 mancanti, infatti presenti
negli
Elenchi Ufficiali della Nobiltà Italiana (vale
la pena di ricordare registri
aggiornati
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia,
quindi documenti
ufficiali
dello stato).
La
rimanenza delle casate sono quelle invece riconosciute con formale
provvedimento dalla Santa Sede (attraverso
i tribunali ecclesiastici),
e da S.M. Umberto II di Savoia, e quelle riconosciute dal S.M.O.C.
di S. Giorgio (tutelato
dalla monarchia spagnola).
Statisticamente
si
hanno quindi
i
titoli di:
principe
(circa il 6,5 per cento sugli altri titolati)
duca
(circa il 4 per cento),
marchese
(circa il 24 per cento),
conte
(oltre il 52 per cento),
visconte
(lo 0,1 per cento),
barone
(circa il 13 per cento).
In
conclusione possiamo dire che per quanto riguarda la serie periodica
del Libro d’Oro, il censimento più completo e veritiero
sulle famiglie nobili italiane, è quello pubblicato a partire
proprio dalla XXV (2015-2019) edizione della nuova serie del Libro
d’Oro della Nobiltà Italiana.
Anche
se per onestà intellettuale, va detto che il calcolo
genealogico più esaustivo sulle casate viventi è quello
pubblicato nella XXX edizione dell’Annuario della Nobiltà
Italiana (che è quindi attualmente il repertorio nobiliare più
completo a livello statistico, genealogico, nobiliare).
Esso
sposta infatti il numero di casate viventi ed estinte, discendenti
dalle sole iscritte negli Elenchi ufficiali nobiliari, a poco oltre
12.000 per un totale di oltre 78.000 persone.
In
conclusione da questi calcoli statistici, si evince che il titolo
italiano più diffuso è quello di Conte (54%), seguito
dalla somma dei Nobili e Patrizi (30%); poi ci sono i Marchesi (24%),
i Baroni (13%), i Principi (6,5%) ed in ultimo i Duchi (4%).
A
nord Italia hanno la prevalenza i conti, mentre al sud i baroni e i
principi.
BREVE
STATISTICA INTERNAZIONALE
Stato
|
Numero
di nobili
|
%
di nobili sul tot. della popolazione
|
Polonia
|
800.000
|
15%
|
Spagna
|
722.000
|
7
– 8 %
|
Russia
|
5
– 600.000
|
2
– 3 %
|
Francia
|
300.000
|
1
%
|
Svezia
|
15.000
|
0,5
%
|
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MEDIA nel XVIII
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In conclusione oggi il Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie corrente-Gallelli-editore, amministrato dal Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano, è il solo Libro d’Oro riconosciuto dallo stato italiano.
Un repertorio, araldico, genealogico, anagrafico, statistico-nobiliare, Italiano, accreditato dall'Unione della Nobiltà d'Italia, dalle casate italiane, e custodito nelle maggiori Biblioteche comunali e nazionali, oltre che in quelle di esclusivi circoli sociali, ma è anche una pubblicazione accreditata presso tutti i sovrani Europei, dato che infatti ogni edizione viene loro donata d'ufficio, e dunque custodita presso le biblioteche dei rispettivi palazzi Reali.
GALLELLI-EDITORE
è il solo autorizzato dal Ministero per i Beni e Attività Culturali, relativamente all'uso del nome Libro d'Oro della
Nobiltà Italiana-nuova serie corrente, da lui registrato e pubblicato in luglio 2014.
Stessa
cosa per l’utilizzo della veste grafica della copertina dell’opera, dato che è stata registrata col modulo
denominato arti del disegno, ed è quindi di suo esclusivo utilizzo.
Il
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana venne aggiornato dal
Collegio Araldico Romano (Roma via
dell'anima n. 16) dal 1910 al 2010, per un totale di 24 edizioni.
Da
luglio 2014 la nuova serie corrente è invece aggiornata dal
Collegio Araldico Romano-Istituto
Araldico Romano (di
Roma, via Roccaporena n. 51)
edito dal marchio Ettore Gallelli-editore, che lo
ha
infatti rilevato ai sensi di legge, con
formale riconoscimento del
Ministero Italiano per i Beni e
Attività Culturali, attraverso apposita
registrazione presso l'ufficio
pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto
d’autore (art. 103 L. 633/1941).
Solo
il
Libro d’Oro ufficialmente
certificato dal Ministero Italiano Beni e Attività
Culturali, e pubblicato in luglio 2014 reca
infatti
nella
parte posteriore delle copertine
il
bollino di originalità -MIBAC.
Dal
7 luglio 2014 l'opera è in vendita nelle migliori
librerie Italiane, specializzate del settore.
Il
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana venne aggiornato dal
Collegio Araldico Romano (Roma
via
dell'anima n. 16) dal 1910 al 2010, per un totale di 24 edizioni.
Da
luglio 2014 la nuova serie corrente è invece aggiornata dal
Collegio Araldico Romano-Istituto
Araldico Romano (di
Roma, via Roccaporena n. 51)
edito dal marchio Ettore Gallelli-editore, che lo
ha
infatti rilevato ai sensi di legge, con
formale riconoscimento del
Ministero Italiano per i Beni e
Attività Culturali, attraverso apposita
registrazione presso l'ufficio
pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto
d’autore (art. 103 L. 633/1941).
Solo
il
Libro d’Oro ufficialmente
certificato dal Ministero Italiano Beni e Attività
Culturali, e pubblicato in luglio 2014 reca
infatti
nella
parte posteriore delle copertine
il
bollino di originalità -MIBAC.
Il
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana venne aggiornato dal
Collegio Araldico Romano (Roma
via
dell'anima n. 16) dal 1910 al 2010, per un totale di 24 edizioni.
Da
luglio 2014 la nuova serie corrente è invece aggiornata dal
Collegio Araldico Romano-Istituto
Araldico Romano (di
Roma, via Roccaporena n. 51)
edito dal marchio Ettore Gallelli-editore, che lo
ha
infatti rilevato ai sensi di legge, con
formale riconoscimento del
Ministero Italiano per i Beni e
Attività Culturali, attraverso apposita
registrazione presso l'ufficio
pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto
d’autore (art. 103 L. 633/1941).
Solo
il
Libro d’Oro ufficialmente
certificato dal Ministero Italiano Beni e Attività
Culturali, e pubblicato in luglio 2014 reca
infatti
nella
parte posteriore delle copertine
il
bollino di originalità -MIBAC.
Il
Libro d'Oro della Nobiltà Italiana venne aggiornato dal
Collegio Araldico Romano (Roma
via
dell'anima n. 16) dal 1910 al 2010, per un totale di 24 edizioni.
Da
luglio 2014 la nuova serie corrente è invece aggiornata dal
Collegio Araldico Romano-Istituto
Araldico Romano (di
Roma, via Roccaporena n. 51)
edito dal marchio Ettore Gallelli-editore, che lo
ha
infatti rilevato ai sensi di legge, con
formale riconoscimento del
Ministero Italiano per i Beni e
Attività Culturali, attraverso apposita
registrazione presso l'ufficio
pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto
d’autore (art. 103 L. 633/1941).
Solo
il
Libro d’Oro ufficialmente
certificato dal Ministero Italiano Beni e Attività
Culturali, e pubblicato in luglio 2014 reca
infatti
nella
parte posteriore delle copertine
il
bollino di originalità -MIBAC.
La
serie originale reca sul retro delle copertine Il bollino di
originalità Ministero
Italiano per i Beni e
Attività Culturali, con apposita
registrazione presso l'ufficio
pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto
d’autore (art. 103 L. 633/1941).
Nella
foto il libro denominato STATISTICA NOBILIARE DEL LIBRO D’ORO
DELLA NOBILTA’ ITALIANA, pubblicato nel 2014 da Gallelli-editore, dal quale sono tratte le statistiche di questa pagina in oggetto.